La riserva
La riserva naturale integrale Grotta di Carburangeli è un'area naturale protetta situata nel comune di Carini, nella città metropolitana di Palermo ed è stata istituita nel 1995 ed affidata in gestione al Comitato Regionale Siciliano di Legambiente. Abbracciata da un arco montuoso ricco di numerose sorgenti d’acqua, Carini domina dall’alto dei suoi 160 metri il golfo che va da Capo Raìs ad Isola delle Femmine. L'area protetta “Grotta Carburangeli” consiste in una cavità a sviluppo prevalentemente orizzontale, di circa 400 metri costituita da diversi vani ed è individuata, come riserva naturale integrale, al fine di conservare nella sua integrità l'ambiente naturale perché di elevato interesse speleologico, paleontologico e biologico. La Grotta riveste anche interesse archeologico, come testimoniato dal rinvenimento di interessanti reperti nel primo vano della cavità e nell’area antistante. Gli scavi eseguiti tra la metà del 1800 e gli inizi del 1900 da diversi paleontologi hanno riportato alla luce importanti resti della fauna fossile quaternaria ed oggetti dell’industria litica umana risalenti al Paleolitico ed al Neolitico, oggi conservati presso il Museo “Gemmellaro” di Palermo.
Fauna e geologia
Ubicata nella pianura costiera di Carini, nei pressi di Villagrazia di Carini, consiste in una cavità a sviluppo prevalentemente orizzontale, di circa 400 metri costituita da diversi vani. La Grotta di Carburangeli è, tra le cavità del territorio di Carini, quella che si apre alla quota più bassa e che si imposta per gran parte della propria estensione all’interno delle calcareniti e dei conglomerati d’origine fluvio-marina, risalenti al Pleistocene. Queste particolari rocce, infatti, sono state osservate per circa trequarti dell’estensione della grotta a partire dagli ingressi. La parte più interna, invece, si snoda all’interno dei calcari e dei calcari dolomitici del Triassico Superiore – Lias Inferiore. Sulla base di queste osservazioni di carattere geologico, si ritiene che la genesi della grotta di Carburangeli (almeno nella porzione più esterna) sia avvenuta nell’Era Quaternaria in seguito allo scorrimento di acque sotterranee. Queste, nel loro moto verso il mare, avrebbero innescato fenomeni di erosione di tipo meccanico e, in parte, anche chimico a spese di porzioni del deposito pleistocenico non ancora completamente litificato.
Le grotte sono caratterizzate da una temperatura pressoché costante, da un’elevatissima umidità dell’aria e dall’assoluta assenza di luce.
Sebbene non adatto quindi alla vita delle piante (organismi alla base nella catena alimentare), il mondo ipogeo è comunque popolato da animali cavernicoli che compiono in parte o anche per intero il proprio ciclo vitale all’interno delle cavità, traendo il necessario nutrimento dal detrito organico trasportato dalle acque, dai batteri autotrofi o dal guano dei Pipistrelli. Si tratta di piccoli organismi (insetti, crostacei, ragni, millepiedi, molluschi, ecc.), adattati alle condizioni del mondo ipogeo, spesso caratterizzati da modifiche degli organi di senso, dalla variazione dei cicli biologici e da fenomeni di depigmentazione (perdita di colore).
La grotta di Carburangeli ospita anche una importante colonia di pipistrelli, appartenenti alla specie Myotis myotis, che rivestono un importantissimo ruolo ecologico per la loro dieta a base di insetti (tra cui moltissimi nocivi per l’uomo).
Durante le campagne di scavo eseguite nel corso degli ultimi secoli all’interno della grotta di Carburangeli ed in altre cavità limitrofe, sono stati rinvenuti numerosi resti fossili appartenenti a specie animali ormai non più presenti in Sicilia come l’elefante, l’orso, la iena, il bisonte ed il cervo. Si tratta di animali arrivati fin qui dall’Africa e dalla penisola italica attraverso alcuni passaggi naturali, detti “ponti”, che si sono formati in seguito all’abbassamento del livello del mare durante le glaciazioni quaternarie. Quando questi passaggi si sono interrotti, gli animali che sono rimasti isolati in Sicilia si sono adattati alle condizioni ecologiche qui presenti, evolvendosi in nuove specie. Alcuni di essi, come gli elefanti, i bisonti ed i cervi, sono stati caratterizzati dalla diminuzione della taglia, originando quella che viene chiamata “fauna nana”. Altri, al contrario, si sono differenziati dal ceppo originario per l’aumento delle dimensioni, come i ghiri e le tartarughe.
Dal punto di vista naturalistico, il sito è popolato da piccoli organismi troglobi quali insetti, crostacei, ragni, millepiedi e molluschi che, perfettamente adattati alle condizioni del mondo ipogeo, sono generalmente caratterizzati da modifiche degli organi di senso, dalla variazione dei cicli biologici e da fenomeni di depigmentazione (perdita di colore).
Tracce dell’uomo
Da sempre le grotte hanno rappresentato un sicuro rifugio per l’uomo tanto che, al loro interno, è possibile rinvenire alcune “tracce” della sua antica presenza. Si tratta generalmente di disegni eseguiti sulle pareti, di resti fossili e di arnesi primitivi che, risparmiati dall’azione del tempo, ci permettono oggi di ricostruire frammenti di vita quotidiana dei nostri antenati. Con il suo sviluppo orizzontale e con l’ampio ingresso collocato in un’area facilmente accessibile, anche la grotta di Carburangeli ha ospitato l’uomo preistorico proteggendolo dal freddo e dai predatori. Gli scavi archeologici eseguiti nel grande vano di ingresso hanno riportato alla luce interessanti resti ed utensili risalenti ad un periodo compreso tra il Paleolitico e l’Età del Bronzo: lame, punte di selce utilizzate per la caccia, frammenti in pietra lavica riconducibili ad antiche macine e manufatti in terracotta. Accanto a questi reperti sono stati ritrovati anche gusci di patelle e di lumache, e frammenti ossei ormai fossilizzati di cervo, capra, cinghiale, bue e cavallo che si suppone siano resti di pasti. Alcune delle ossa rinvenute, infatti, si presentano spezzate per l’abitudine dell’uomo primitivo di nutrirsi anche del midollo osseo. Inoltre, ad ulteriore testimonianza dello stretto legame esistito tra gli uomini preistorici e la grotta di Carburangeli, si può osservare nella parete posta all’ingresso della cavità un disegno a carboncino che, ancora in fase di studio, sembra rappresentare uno stregone durante una cerimonia propiziatoria.